L’universo e i suoi messaggi: quando finisce un’amicizia si chiude un cerchio
Ci sono legami che sembrano destinati a durare per sempre. Vent’anni di risate, confidenze, viaggi, supporto reciproco. Amicizie così profonde da sembrare radici, eppure, accade: anche quelle più speciali possono finire.
In modo silenzioso o drammatico, netto o confuso ma finiscono e, quando accade, non è mai un evento a senso unico; è una danza a due: due cuori, due storie, due prospettive.
Due facce della stessa medaglia.
La libertà di lasciare andare
Ho sempre creduto che amare, anche in amicizia, significhi lasciare libera l’altra persona. Liberi di essere chi siamo, anche quando non coincide più con chi eravamo insieme. Liberi di prendere strade diverse senza sentirsi traditi. Liberi di scegliere, di cambiare, di allontanarsi anche se è doloroso.
Per me, lasciare andare non significa abbandonare, semmai onorare il percorso fatto insieme, senza forzare ciò che non risuona più.
È rispetto, è coerenza. È accettare che, se non posso essere pienamente me stessa in un’amicizia allora non è più un luogo sicuro e non dovrebbe far paura riconoscerlo.
In questo senso, ho imparato che lasciando liberi gli altri, rendo libera anche me. Libera di scegliere la mia versione più autentica, libera di non restare in legami dove serve recitare e, infine, libera di dire: “Grazie, è stato bello ma ora basta”.
La narrazione del dolore e la retorica dell’“esserci”
Ho letto un post recentemente, molto condiviso, firmato da Oscar Travino: parla delle persone che si rivelano nei momenti difficili, quando perdiamo qualcosa, quando il dolore bussa, quando la vita si fa ruvida. È un testo intenso, poetico ma qualcosa in quelle parole mi ha disturbata.
Perché il messaggio, seppur potente, rischia di diventare una gabbia emotiva.
Dal testo sembra che il fatto di non essere presenti in un momento buio, o esserci nel miglior modo possibile del momento, equivalga automaticamente a superficialità, vigliaccheria, egoismo.
Ma davvero possiamo pretendere che l’amore (anche quello amicale) si misuri solo nella capacità di reggere il dolore altrui? E se invece fosse anche la capacità di dire: “Non riesco più a starti accanto senza smarrirmi”? Anche quella, forse, è verità. E anche quella, forse, è amore.
Il punto di rottura: chi ha deluso chi?
Ogni rottura porta con sé un carico di aspettative tradite, ma a volte ci si dimentica di chiedersi: quelle aspettative, da dove arrivavano? Erano condivise o solo proiettate?
Quando finisce un’amicizia, spesso il dolore nasce proprio lì: nell’illusione che l’altro dovesse comportarsi secondo un nostro copione.
Ma l’altro è un altro! Ha la sua storia, il suo ritmo, i suoi limiti.
Forse, quindi, non si tratta di deludere aspettative quanto di riscriverle, di smettere di pensare che l’amicizia sia solo esserci nel buio o, peggio, alle nostre condizioni. Magari l’amicizia è anche sapersi allontanare con dignità, senza ferire, onorando ciò che è stato senza pretendere di prolungarlo a forza.
O forse è anche lasciarsi irradiare dalla luce che fa l’altro, senza inutili gelosie o gare.
La responsabilità della propria strada
C’è un momento, dopo il dolore, in cui tutto si chiarisce. È quando ti chiedi: “Ho fatto tutto ciò che potevo, nel modo più autentico possibile?”. Se la risposta è sì, allora puoi lasciar andare. Anche se l’altra persona ti fa sentire che quel tuo massimo è stato nulla.
Ognuno di noi ha la responsabilità della vita che si sceglie. Se io scelgo la verità, la trasparenza, il rispetto, e l’altro non la riconosce, non è più il mio spazio. Semplicemente, è finito un ciclo. È tempo di chiudere il cerchio.
Le amicizie non muoiono per colpa. Muoiono per evoluzione. Perché i percorsi si separano, i bisogni cambiano, le anime prendono direzioni diverse. E questo non toglie valore a quello che è stato.
Cosa definisce davvero un’amica?
Personalmente, credo che una vera amica è quella con cui puoi essere completamente te stessa. Anche quando non sei più la stessa di prima. È quella che sa stare, ma anche andarsene con amore se non c’è più allineamento. È quella che ti ascolta senza volerti cambiare, ma che sa anche dirti addio senza sentirsi colpevole.
Forse l’amicizia, come l’amore, è una forma di verità. E le verità, a volte, cambiano. E ognuna poi ha la sua.
Quando accade, non serve aggrapparsi. Serve onorare. Serve accettare. E serve riconoscere che, per quanto abbia fatto male, quella fine è stata necessaria.
Per crescere. Per liberarsi. Per continuare il viaggio.
Anche da sole. Ma mai davvero sole. Perché chi ci ha amato davvero, ci ha lasciato qualcosa. Anche quando se n’è andato.
Dedico questo articolo, con immenso affetto, alle persone tramontate nella mia vita 💫✨




Anna
Novembre 7, 2025 at 10:05 amQuesto articolo è una preziosa guida. Grazie Sara.